Luca D. Majer
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Padre Pierre Teilhard de Chardin S.J.

 
 

Ivan Illich

 
 
 

George Bernanos

 

 

Io provo per la luna la massima considerazione.
Penso che Robert Graves fosse nel giusto quando disse che la cosa più blasfema mai successa da quando Alessandro tagliò il nodo gordiano fu metter piede sulla luna.

Orson Welles, Filming the Trial, University of California, 1981 

 

Un mondo dominato dalla Forza è abominevole, ma un mondo dominato dal Numero è ignobile! La forza fa nascere prima o poi delle rivolte, coltiva la ribellione, fa nascere degli eroi e dei Martiri. La tirannìa abbietta del Numero è un’infezione lenta, che non ha mai provocato alcuna febbre.

Georges Bernanos, La France contre le robots, 1944 

 

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Perché parlare di Ellul? Perché le migliaia di pagine che ha scritto sulla Tecnica definiscono con pochi concetti - sessant'anni prima e con godibile prosa - la trasformazione della Tecnica da 'scommessa del secolo' ("La Technique, ou l'enjeu du siècle" - 1954), a 'sistema' ("Le système technicien"- 1978) e - finalmente - a primadonna nel 'bluff tecnologico' che l'ha venduta (e la sta ancora spacciando) come soluzione per tutti i mali (nel pessimista ma fondamentale "Le bluff technologique", 1988).
 
Al fine di una comprensione ragionata del problema, Ellul affronta dapprima due questioni terminologiche, chiedendoci di abbandonare subito il termine "tecnologia" (lo "studio della tecnica") perché - se usato a designare la tecnica - è sintomo di "un'irriflessione generalizzata, un'ignoranza collettiva" (ad esempio "parlare di tecnologie spaziali per designare la costruzione di razzi, stazioni orbitali etc. è un'imbecillità"). E poiché considerava quel termine anche sottilmente propagandistico, il titolo del suo fondamentale libro del '54 e tutti gli scritti successivi parlano di Technique. Secondariamente, non dobbiamo pensare che la Tecnica sia solamente macchine, o scienza. In altre parole, prima pietra angolare della visione elluliana è un'innovativa definizione della tecnica che, raffinando una definizione di Bernanos, è vista essere "la preoccupazione dell'immensa maggioranza degli uomini dei nostri tempi di ricercare in tutte le cose il metodo assolutamente più efficace".

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Secondo fondamentale leit-motif elluliano è leggere la propaganda come parte fondante del sistema tecnico. Inserita da Ellul, insieme a sociologia, genetica, pedagogia, pubblicità etc., nelle "tecniche dell'uomo" (in contrapposizione alle "tecniche economiche" e "dell'organizzazione") la propaganda è lo strumento con cui la tecnica si auto-genera e nasconde la propria "faccia oscura". Funzione indispensabile perché - se no - ci accorgeremmo rapidamente che con la tecnologia "paghiamo tutto, a volte in denaro, altre in disequilibri od effetti nocivi".

Nel '54 sintetizza in 4 punti questo aspetto ambivalente della Tecnica: 1- "Tutto il progresso si paga"; 2- "Il progresso tecnico solleva più problemi di quelli che risolve", 3- "Gli effetti nefasti sono inseparabili da quelli positivi"; 4- "Ogni progresso tecnico comporta un certo numero d'effetti imprevedibili." La recente "scoperta" sul comodissimo teflon (che non fa attaccare le uova in tegamino ma potrebbe attaccare i testicoli - con brutti cancri) confermerebbe la torva sintesi.

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Tra i più inattesi propaga(nda)tori della Tecnica, Karl Marx vide nell'incessante sviluppo tecnico una condizione essenziale per accedere alla fase terminale del Capitale e al riscatto del proletariato. Ammiratore (per quanto sui-generis) delle proteiformi energie del Capitale, nel VII Quaderno delle sue "Planimetrie" ("Grundrisse der Kritik der politischen Ökonomie"- 1858) afferma che "il pieno sviluppo del capitale ha luogo (...) a partire al momento in cui (...) l'intero processo di produzione (...) si presenta come (...) applicazione tecnologica della scienza", riconoscendo che "dare carattere scientifico alla produzione è la tendenza del capitale".

Così "il lavoro immediato" (quello umano) viene ridotto "ad un semplice momento" del processo produttivo, anzi, assorbito da macchine sempre più capaci, quantitativamente viene "ridotto a una proporzione esigua" mentre "sul piano qualitativo" diventa "subalterno rispetto al lavoro scientifico generale, all'applicazione tecnologica delle scienze naturali, da un lato, e rispetto alla forza produttiva generale risultante dall'articolazione sociale nella produzione complessiva, dall'altro". 

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Pubblicato su BlowUp, luglio/agosto 2018. Qui un excerpt.