Luca D. Majer
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Recensione di 

ROCK AGAINST RACISM
Various artists
Radar records

 

 

 

"Non è una compilazione di vinile, sono le canzoni che fanno da tema ad un movimento" così la delirante cover interna. Così aspettatevi dentro , dentro un movimento chiamato Rock Contro il Razzismo, tutta la famigerata schiera di "messaggi sociali", "contenuti" e "programmi", con sfoggio di titoli - e relativi testi - "in difesa dell'oppresso". Sante cause, spirito da crociata. E così eccoli - loro, i 14 gruppi che appaiono in questa raccolta; nomi fini: Elvis Costello, Tom Robinson e i Members - tutti assieme a lottare il razzismo, neppure in musica, nel mondo.

Le armi? Sono fuciletti spara-sugheri offerti dalle case discografiche, cosicché non ci si possa fare male. Canzoncine mielose di mamma Carol Grimes, il "rock impegnato" con due accordi e le svisate da r'n'r, pennellate di - temibile - electro-rock. State tranquilli. Se la musica ha il potere di modificare i rapporti sociali - e RAR pare crederci -, non sarà certo questa la musica terrorista.  All'autonomia dissonante del Pop Group - non a caso non partecipanti al disco/farsa - qui si risponde con la mollezza armonica o, ed è peggio, con l'arroganza del potere (Elvis Costello per credere). Alle badilate sonore si preferisce la cara vecchia assonanza. Creatura ingenua, il reggae affiora qua e là, contornando di down beats i solchi. E' qui che c'è maggiore libertà, compendiata da altrettanta inesperienza. E il ritornello non cambia: fa arricchire EMI,Virgin, WEA, o il signor Blackwell. I mezzi, all'uopo, possono essere anche canzonette. Di protesta. Rapporti di potere inalterati, passi anche questa compilazione, albero della cuccagna per gli amanti dello stereotipo rock, gli affascinati dal non rischiare. Dulcis in fundo: tutte le royalties sono donate dalle bands a R.A.R.: "ma chi l'ha detto che con il rock non si può fare politica"?

 

Pubblicato su Musica 80 - numero 12 marzo 1981